librerie pCADAM | 1993

Post in partenza dedicato alle librerie auto prodotte per pCADAM, ma dopo una piccola verifica dei DXF, il tutto è virato sul non rispetto dello standard AutoDesk dei file e sull'impossibilità di importarli in altri CAD. Anche con SW dello stesso decennio.
DXF comparsi da qualche HD esterno, senza ombra di dubbio generati da pCADAM, basta controllore i nomi degli stili delle linee.
In teoria sono, anzi erano, profilati da costruzione (HEA, IPE e angolari) e un pò di bulloneria.
Epoca in cui le librerie di parti, se le volevi, te le dovevi disegnare e c'era ben poca cosa in giro. Un pioniere nel campo fu Festo, pochi anni dopo, nel 1996 o 1997, rese disponibile un SW per avere tutto il catalogo in un click, in formato nativo per Me10 e sotto HP-UX.
Torniamo ai nostri DXF degeneri. Se importati in un altro CAD, stranamente, sullo schermo non si ritrova quello che ci si aspetta, ma solo questo criptico messaggio:

DXF problemi?

In pratica:
  • il nome della libreria 5588 (dadi passo grosso altezza media).
  • l'elenco dei "Dtl" o "detail" presenti in quel file, l'equivalente del "blocco" in AutoCAD.
La prima cosa che salta all'occhio è la mancanza di dichiarazione della versione del DWG di riferimento e chissà cos'altro. Il file 5588.DXF qui sotto:

La dichiarazione standard, all'inizio di ogni DXF che si rispetti, dovrebbe essere questa:
$ACADVER
  1
AC1015
  9
$ACADMAINTVER
 70
  6
  9
$DWGCODEPAGE
  3
  ....
 
In questo caso l'AC1015 fa riferimento a specifiche a cavallo tra i secoli:
  • AutoCAD: 2000, 2000i e 2002
  • Versione: 15.0, 15.1 e 15.2
  • DWG: 1015
  • Data rilascio: tra marzo 1999 e giugno 2001
  • Release AutoCAD: 15, 16 e 17
  • OS: da win 95 a 2000, passando per 98, ME e NT 4.0
Potrebbe essere solo una questione di lana caprina, ma sta di fatto che i file non si riescono a leggere.

Spendiamo due parole sull'immagine in alto, probabilmente i più giovani non sanno neanche cosa sia tutta quella roba.
Si tratta di una tipica postazione di lavoro pCADAM (il porting di CADAM fatto per worstation UNIX, nel caso specifico AIX).
Dall'HW presente su quella scriviania diciamo che l'azienda non badava a spese!
  • in rosso: il tastierino con i tutti comandi per disegnare (linea, cerchio, testo, ecc).
  • in blu: la mitica e per niente costosa tavoletta grafica, utilizzarla con il suo mousetto a 4 tasti...un supplizio.
  • in verde: l'ergonomicissimo mouse IBM.
  • in giallo: dall'aspetto è un Risc/6000 IBM, forse la versione da tavolo del 6150?
  • il signore in piede poggia la mano con nonchalance su uno schermo marchiato IBM, in realtà è un Sony Trinitron, dal costo osceno.
La tavoletta grafica e il tastierino con i comandi sono degli accessori non del tutto necessari. Molto dipende dal millesimo della foto, qualche versione più vecchia magari necessitava di tutto quel costosissimo HW.
Nel 1992 bastava lo splendido mouse tozzo IBM.
Anche la scrivania doveva essere XXL per ospitare tutto quell'armamentario.

Se qualcuno si vuole dilettare nel risolvere questo piccolo problema trova tutti i file qui sotto.
Per lasciare la data originale, in questo caso, i file non sono compressi con 7z ma sono in zip. Lascio comunque i link per scaricare i compressori:
  Mac  keka
  Linux & Win  7-zip.org

    PS    
Nascosto tra i vari file di log delle conversioni in DXF c'era anche un anonimo CADAM.ICN. Non è altro che un file XBM con due righe in più, dopo averle tolte, è stato convertito senza problemi.
Le due righe incriminate:
#define cadam_x_hot -1
#define cadam_y_hot -1
Il logo CADAM in vesrione   XBM  

e la sua conversione:

logo pCADAM

 

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